Come far crescere la tua attività anche in quarantena attraverso il Growth Hacking

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Tempo di lettura articolo: 4 minuti

Diversi imprenditori fashion retail, in questo momento storico, si stanno rendendo conto di quanto sia importante garantire una crescita durevole e sostenibile alle loro aziende, in modo da renderle forti e metterle al riparo da qualsiasi imprevisto futuro.

Questo diventa certamente più facile se un’attività vende prodotti che hanno un mercato importante, ha una buona strategia di gestione e, soprattutto, fa azioni di marketing.

In realtà, sono tante le aziende che fanno promozione del proprio brand, ma non tutte ottengono gli stessi risultati.

Per quale motivo?

Probabilmente perchè sono rimaste ad un modo di fare marketing vecchio e non conoscono le strategie che oggi gli permettono di dare maggiore spinta e accelerazione alle loro attività.

Una su tutte: il Growth Hacking.

Vuoi sapere di cosa si tratta e come puoi utilizzarla anche tu per far crescere il tuo business anche in quarantena? 

Allora mettiti comodo e continua a leggere la nostra Guida Pratica.

Cos’è il Growth Hacking

Il Growth Hacking è un processo di sperimentazione veloce che sfrutta diversi elementi (marketing funnel, prodotti, vendite, ecc.) per identificare il modo in cui un’attività può crescere il più velocemente possibile.

Questa è solo una delle tante definizioni affibbiate a questa strategia, sulla quale non c’è univocità.

Ad esempio, Wikipedia considera il Growth Hacking come “l’nsieme dei processi che mette in relazione canali di marketing e sviluppo del prodotto con lo scopo di identificare le soluzioni più efficaci ed efficienti per metter su un business”.

Diversi studiosi, invece, hanno inquadrato il Growth Hacking come “una metodologia progettuale che ha a che vedere con il come affrontare un’opportunità e trasformarla in successo, tramite sperimentazioni veloci, rapide e in sequenza”.

La rivista economica Fast Company colloca il Growth Hacking in un contesto in cui “l’assenza di un budget specifico per gli investimenti in marketing si unisce alla mancanza di una conoscenza di marketing tradizionale”; in tal senso, gli imprenditori che applicano questa strategia, devono focalizzarsi sulle più efficaci soluzioni promozionali facendosi guidare dall’innovazione e dalla scalabilità.

Infine, Sean Ellis, da molti definito il padre del Growth Hacking perché fu il primo a parlarne nel 2010, rivela come “questa strategia sia fondamentale per la crescita di startup, piccole e medie imprese. Essa si basa sullo studio continuo dei prodotti, del mercato, dei clienti e, predisponendo un budget economico limitato, permette di scoprire la formula per crescere rapidamente”.

Tirando le somme, quindi, il Growth Hacking si può definire come un approccio scientifico-sperimentale attraverso cui vengono realizzati tanti piccoli esperimenti, a metà tra il marketing e l’economia, per capire cosa funziona davvero per la propria attività, senza rischiare di perdere grossi investimenti puntando tutto su un’unica azione promozionale.

Come creare una strategia di Growth Hacking

Come attività di marketing, il Growth Hacking presenta due vantaggi fondamentali che possono essere riassunti così:

  1. investimento misurato, ripetibile e scalabile 
  2. crescita in tempi rapidi (e molto ridotti rispetto alla norma)

Ma quali sono le regole da seguire per creare un’efficace strategia di Growth Hacking? 

Innanzitutto, è importante focalizzarsi sul prodotto, sia predisponendo tutti i canali a disposizione (e-commerce, marketplace, social network, ecc.) per favorire l’acquisto, sia sotto il profilo del coinvolgimento del pubblico (utilizzando form di richiesta facili da compilare e gestendo in maniera professionale le recensioni), sia sotto il profilo dei dati che meglio li definiscono (numero di vendita, guadagni, ordini, giacenze, ecc.)

Poi, è essenziale conoscere e comprendere i propri clienti, soffermandosi su chi sono, quali esigenze hanno, quali solo le loro abitudini di acquisto, ecc.

Una volta chiarito ciò, bisogna predisporre tutti gli strumenti per coinvolgerli.

In tal senso, può essere utile creare landing page che facilitano il processo di generazione dei contatti, presentano il prodotto e favoriscono l’interazione. 

I contenuti devono essere pensati per informare e catturare l’attenzione; per questo motivo l’uso di infografiche o video di presentazione stimola l’audience ed ha un effetto diretto sull’aumento del tasso di conversione. 

Ma vanno elaborati anche come mezzo per ricontattare i clienti, offrire consigli ai potenziali, coinvolgere gli utenti che non ci hanno più visitato e consolidare la reputazione del brand.

Ancora, è importante semplificare le azioni promozionali e concentrarsi su un determinato pubblico di riferimento.

Questo permetterà di elaborare una strategia di contenuti efficace, così come individuare gli strumenti più utili risparmiando fatica, budget ed intercettando potenziali clienti facilmente orientati all’acquisto.

Infine, è bene definire delle KPI precise ed essenziali per la crescita del proprio business e focalizzarsi su di esse coerentemente con gli obiettivi di marketing che si vogliono perseguire.

Una volta individuate queste “metriche del successo” è importante testare i canali e le soluzioni in grado di garantire una crescita rapida. 

La fase di test è essenziale perché consente di identificare le tattiche più efficaci con rapidità e immediatezza, evitando di fare buchi nel budget. 

Gli strumenti per il Growth Hacking

Come detto, con il Growth Hacking è possibile raggiungere una crescita virale per la propria attività, che permette di aumentarne la visibilità, avvicinare potenziali clienti e trasformarli in utenti fedeli. 

Per fare tutto ciò, gli esperti di questa strategia di marketing seguono il cosiddetto “Approccio Lean” che, attraverso il processo continuo di ideazione-verifica-modifica, permette di ampliare il proprio target di riferimento e ricevere continui feedback dal mercato. 

Questo Approccio si sviluppa in 5 fasi

  1. Acquisizione, dove utilizzando l’email marketing, la SEO, i blog, le piattaforme social, ecc.si richiama l’attenzione di nuovi utenti 
  2. Attivazione, per trasformare i nuovi utenti in utenti attivi che continuano ad acquistare i prodotti dell’azienda anche dopo la prima volta. In questa fase occorre creare una relazione e spingere gli utenti a fare qualcosa come, ad esempio, iscriversi alla newsletter o scaricare un buono sconto 
  3. Risposta, è la fase in cui bisogna far diventare i nuovi utenti dei clienti fidelizzati 
  4. Referenze, qui si spingono gli utenti attivi a parlare dei prodotti e dell’azienda ad amici, parenti e conoscenti per farsi conoscere e ampliare il target di riferimento 
  5. Profitti, ampliare il target permette di aumentare le possibilità di generare profitti perciò, in questa fase, bisogna fare in modo che i clienti facciano qualcosa che permetta all’azienda di guadagnare in maniera ricorrente, come ad esempio scaricare l’app o abbonarsi ad un servizio che viene offerto.

Tuttavia, prima di implementare una strategia di Growth Hacking, la cosa più saggia da fare è un check sulla salute dell’azienda e capire se ha posizionamento chiaro ed efficace, una proposizione di valore unica, un valore innovativo o un elemento di differenziazione forte.

Bisogna innanzitutto lavorare su questi aspetti e solo successivamente passare alla realizzazione di tutti gli esperimenti necessari perchè, se l’azienda non ha dei solidi pilastri di marketing, tutto ciò che si farà con il Growth Hacking sarà sempre limitato dalla mancanza di un vantaggio strategico rispetto alla concorrenza.

Giuseppe Celentano
Marketing Director di MagicStore

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