Influencer sempre più “influenti” sulle scelte d’acquisto

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Tempo di lettura articolo: 3 minuti

InfluencerLa parola influencer può essere tradotta come “figura in grado di influenzare e modificare i comportamenti e le abitudini delle persone”.

Mai termine fu più azzeccato, soprattutto in questo particolare periodo di digital transformation, in cui l’online domina in termini di marketing.

Da una recente ricerca emerge che circa 20 milioni di italiani, tra i 18 ed i 54 anni (quindi un’età molto variabile), seguono fedelmente almeno un influencer. Il 37% degli intervistati ha dichiarato di consultare i profili degli influencer ogni giorno, ed un altro 37% almeno ogni 2/3 giorni.

Sempre più aziende si stanno quindi chiedendo come realizzare e gestire una campagna di Influencer Marketing, una strategia che rafforza la brand identity e fidelizza maggiormente i clienti.

Perché gli italiani seguono gli influencer?

Gli influencer sono seguiti dagli italiani per tre principali motivi:

  • forniscono consigli utili;
  • sono esperti di specifici argomenti;
  • diventano modelli di riferimento con cui identificarsi ed ai quali ispirarsi.

Talvolta si tratta di tutor, che spiegano in dettaglio come utilizzare un prodotto. In altri casi vengono considerati scopritori che fanno conoscere nuovi beni. In altri casi ancora agiscono come un amico che fornisce utili indicazioni sugli acquisti da fare.

Gli utenti vedono in queste figure veri e propri consulenti di mercato, ai quali viene riconosciuta un’importante funzione commerciale. L’85% degli italiani ha dichiarato che tiene in conto la loro opinione al momento di effettuare un acquisto.

Qual è la loro influenza d’acquisto?

La metà degli intervistati, nel 2020, ha comprato circa 2 prodotti o servizi consigliati dagli influencer. I settori dove si registra una maggiore influenza sono: beauty, tecnologia, food e fashion. In grande ascesa altri settori molto forti, come il gaming e lo sport. In netto calo invece il settore del turismo, una contrazione dovuta principalmente alla pandemia da Covid-19, che chiaramente ha ridotto drasticamente il numero di viaggi.

Per quanto riguarda i social, Instagram viene utilizzato dagli influencer con una percentuale del 67%, seguito da Facebook (59%) e Youtube (53%). Stanno emergendo nuove piattaforme di cui fruiscono soprattutto i giovani, come TikTok (9%) e Twitch (4%).

I brand, considerati essi stessi capaci di influenzare, hanno rafforzato questa particolare capacità, soprattutto quelli verticali e che utilizzano un linguaggio facilmente comprensibile ed un approccio naturale e professionale.

Soddisfare i desideri delle persone, offrendo supporto ed aiuto continuo, è la chiave vincente per conquistare e fidelizzare la clientela.

Quanto investono le aziende?

Il mercato degli Influencer Marketing è ormai maturo ed infatti le aziende investono con grande fiducia sempre di più. La maggior parte dei brand, almeno quelli di medie e grandi dimensioni, hanno all’attivo circa tre progetti all’anno con gli influencer. Il 42,3% degli investitori si dice soddisfatto dei risultati conseguiti, ed il 7,3% si dichiara ampiamente soddisfatto.

Il 23% delle aziende ha come obiettivo principale migliorare la brand awareness, innestando un passaparola positivo sul web. Un altro 16% punta invece ad aumentare l’engagement sui canali social. Il 13% si pone invece l’obiettivo di incentivare l’acquisto, evidenziando le caratteristiche positive di un prodotto capace di risolvere un problema o soddisfare una necessità. Sono poche invece le aziende che provano a convertire i clienti per far aumentare le visite al sito.

Le collaborazioni tra brand ed influencer si basano spesso su un numero limitato di post (3 nel 59% dei casi). Sono però in aumento le collaborazioni a lungo termine (11%) che consentono di legare un marchio ad un influencer.

Nelle loro strategie le aziende si rivolgono agli influencer in occasione di:

  • product placement, cioè una pubblicità indiretta che compare in spazi non prettamente pubblicitari (22%);
  • lancio di nuovi prodotti (19%);
  • promozione di contenuti (16%);
  • promozione di eventi (15%).

Alcune aziende si sono spinte più in là, coinvolgendo gli influencer in altre attività più incisive e facendoli diventare brand ambassador o collaborare nella realizzazione di branded content.

In quali categorie si suddividono gli influencer?

Gli influencer, a seconda dei followers, si suddividono in almeno 4 categorie:

  • micro (meno di 25.000 seguaci);
  • macro (meno di 100.000 seguaci);
  • mega (meno di 500.000 seguaci);
  • celebrità (con svariati milioni di seguaci).

Le celebrità sono difficilmente raggiungibili dalle piccole o medie imprese, poiché richiedono un esborso di denaro difficilmente sostenibile. Ci sono però i nano influencer che, pur avendo un numero più contenuto di followers, risultano estremamente efficaci.

Sono persone comuni, ma considerate vere e proprie istituzioni nei loro settori di nicchia. Gli utenti si identificano più facilmente in loro, poiché garantiscono una maggiore partecipazione e coinvolgimento.

Queste persone infatti possono assicurare una presenza continua sul web, rispondendo anche in tempo reale a domande, dubbi o quesiti dei followers.

Consigli utili

Per ottimizzare al meglio la tua campagna pubblicitaria sui social, ti consiglio di postare tra le 8 e le 9 e tra le 14 e le 17. Secondo le statistiche questi sono gli orari in cui gli utenti sono maggiormente attivi.

Il lunedì ed il giovedì sono invece considerati i giorni più efficaci per pubblicare, soprattutto su Instagram. Da evitare invece gli orari compresi tra le 15 e le 16.

I post con un hashtag coinvolgono il 12,6% in più rispetto ai post che ne sono privi, ma fai attenzione ad utilizzare quelli effettivamente pertinenti alla tua campagna.

Fonte foto: Pixabay

Francesco Ferrara
Copywriter e giornalista pubblicista, mi occupo della stesura di articoli relativi al marketing ed alla gestione dei negozi e siti online per negozianti, argomenti sui quali ho maturato una lunga esperienza sul campo con corsi, ricerche e studi specifici.

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