La crisi scatenata dal Coronavirus ha letteralmente messo in ginocchio tantissimi negozi ed attività.
Il Governo ha quindi messo a punto il Decreto Rilancio, approvato di recente dal Consiglio dei Ministri, che comprende una serie di aiuti alle imprese per evitarne la chiusura o il fallimento.
Per i commercianti è un momento delicatissimo: da un lato devono capire come affrontare l’emergenza Coronavirus nei negozi, adottando le misure di sicurezza tra cui distanziamento sociale ed igienizzazione degli ambienti per ridurre il contagio. D’altro lato devono barcamenarsi tra scadenze e pagamenti, con la necessità di provare ad ottenere un profitto a fine mese.
Indice
Aiuti alle imprese in difficoltà: cos’è il Decreto Rilancio
Il Decreto Rilancio è una misura di sostegno alla liquidità e prevede lo stanziamento di 55 miliardi di euro in aiuti alle piccole e medie imprese, aziende, lavoratori e famiglie.
Il decreto comprende nuove misure sulla cassa integrazione, aiuti ai lavoratori autonomi e finanziamenti alle imprese a fondo perduto. Il testo punta ad aumentare la quantità di fondi stanziata già nei precedenti interventi, tappando quelle falle createsi con le precedenti misure che rischiavano di escludere alcune categorie.
Aiuti a fondo perduto
I finanziamenti a fondo perduto sono aiuti di Stato alle imprese con un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro all’anno. Sono stati stanziati 6 miliardi di euro e l’impresa, per accedere al finanziamento, deve dimostrare di aver subito un calo di 1/3 ad aprile rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. L’aiuto verrà quindi proporzionato in base alla perdita.
Le imprese con un fatturato fino a 100mila euro hanno diritto al 25% rispetto alla perdita; quelle con un fatturato fino 400mila euro ad un aiuto a fondo perduto del 20% rispetto alla perdita; le imprese con un fatturato inferiore ad un milione ad un aiuto del 15% rispetto alla perdita; infine le imprese, il cui fatturato è compreso tra uno e cinque milioni, possono richiedere il 10% delle perdite.
Per le persone fisiche l’importo minimo è di 1.000 euro, di 2.000 euro per gli altri soggetti. Per accedere all’aiuto alle imprese bisogna presentare la domanda presso l’Agenzia delle Entrate, che accrediterà la somma direttamente sul conto corrente.
Aiuti alle grandi imprese per la ricapitalizzazione
Basandosi sul modello di aiuti dalla Germania alle imprese, il Governo per le attività più grandi ha predisposto la possibilità di accedere ad un surplus di capitali per favorire la ricapitalizzazione. In questo modo lo Stato entra nel capitale delle imprese che hanno fatto domanda, ma non potranno essere distribuiti i dividendi agli azionisti.
Sospensioni, cancellazioni e rinvii delle tasse
A livello fiscale il Governo è intervenuto abolendo o prorogando le imposte. La tassa di giugno dell’IRAP è stata cancellata per le società e le imprese individuali con un fatturato non superiore a 250 milioni di euro. La cancellazione della prima rata dell’IMU è stata concessa solo a stabilimenti balneari ed alberghi.
Tra gli aiuti alle imprese in crisi è previsto lo slittamento al 16 settembre del pagamento dell’IVA per quelle attività colpite da cali di fatturato e localizzate nelle zone rosse di inizio pandemia.
Sospesi fino al 31 agosto i pignoramenti degli stipendi e delle pensioni effettuato dall’Agenzia delle Entrate. Anche la Tosap, cioè la tassa dovuta al Comune da chi occupa spazi ed aree pubbliche, è stata sospesa.
Ristoro degli affitti e riduzione delle bollette energetiche
Tra le principali preoccupazioni dei negozianti e degli esercenti ci sono i costi di affitto ed i pagamenti delle utenze. Non essendoci stato quasi nessun introito nei mesi di marzo ed aprile, è ovviamente complicato far fronte a queste scadenze che risultano tra le più onerose.
Il Decreto Rilancio ha quindi introdotto il ristoro integrale del costo relativo agli affitti per tutte le imprese. L’agevolazione si baserà sul calo del fatturato registrato ed il ristoro di affitto e bollette avrà una durata di 3 mesi.
Le imprese con un fatturato fino a 5 milioni di euro possono ottenere una detrazione del 60% sui canoni di affitto. Per le bollette elettriche è previsto un azzeramento delle quote fisse, indipendentemente dalla potenza. I clienti non domestici, con una potenza superiore ai 3,3 kW, possono richiedere una revisione della tariffe di rete.
Ogni negozio può scegliere come gestire i contratti di affitto, optando per la dilazione, la riduzione momentanea o la chiusura del contratto in casi estremi.
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