I brand, esattamente come le persone, hanno una loro personalità. Possono essere eleganti, giovanili, simpatici o estroversi. Una cosa è certa: la personalità di un brand non si costruisce dall’oggi al domani, ma si sviluppa nel corso degli anni anche secondo le dinamiche del mercato. In tale contesto bisogna però chiedersi cos’è il blanding e soprattutto in cosa si differenzia dal branding.
La personalità del tuo brand deve essere subito riconoscibile e mettere in evidenza i punti forti della tua azienda. Il principale biglietto da visita per ogni brand è il logo, che ha un forte appeal e che diventa in alcuni casi una vera icona.
Il blanding sta però appiattendo la comunicazione grafica, rischiando di rendere tutti i brand uguali gli uni con gli altri.
Indice
Cos’è il blanding e cosa significa?
Blanding deriva dal termine “bland” e significa “insipido, privo di personalità”. Tale concetto viene applicato soprattutto nelle strategie grafiche e comunicative moderne, che tendono ad essere uguali tra tutti i brand.
Molte aziende si affidano spesso al rebranding, una strategia che prevede principalmente un restyling del logo. Questa tecnica, se applicata correttamente, può portare una bella ventata di novità per un’azienda.
Tuttavia i brand tendono ad usare gli stessi parametri grafici al momento del restyling del logo, tant’è vero che il termine “to bland” può essere tradotto anche con “mischiarsi”.
In pratica i brand sono sempre più simili tra di loro, con tratti grafici che non apportano nessuna novità. Per comprende meglio ecco alcune caratteristiche che ormai accomunano quasi tutti i principali marchi presenti sul mercato:
- nome unico, cioè composto da una sola parola;
- utilizzo del sans-serif come font;
- inserimento del grassetto;
- stile pulito e leggibile;
- medesima quantità di bianco;
- inserimento di illustrazioni al posto del logo.
Se tutti utilizzano le stesse caratteristiche per creare la grafica del proprio brand, come si fa a trasmettere valori o messaggi diversi e capaci di differenziarsi dalla massa?
Qual è la differenza tra blanding e branding?
Il blanding può essere considerato come un’imitazione poco creativa e poco fantasiosa di quello che fanno tutti gli altri competitor. Non si fornisce alcun valore aggiunto e quindi risulta complicato sorprendere i clienti e ricreare quell’effetto wow tanto desiderato nelle vendite.
Tutt’altra cosa è il branding, che prevede la creazione del marchio utilizzando i colori giusti in linea con lo stile e l’immagine coordinata.
Il branding non segue le tendenze almeno quando si parla di creazione del marchio, perché questo significherebbe scimmiottare gli altri competitor.
Come fare allora per risultare memorabile? Devi importi nella mente dei clienti, attuali e potenziali, ma seguendo un tuo stile distintivo.
Non tutto il pubblico rientra tra i tuoi clienti, perciò devi chiederti chi sono le tue buyer personas per creare un marchio accattivante e in grado di toccare le giuste corde emotive.
La vendita di abiti da cerimonia e la vendita di abiti per bambini rientrano entrambi nel business dell’abbigliamento, ma non necessariamente un marchio che funziona per un’attività necessariamente deve funzionare anche per l’altra benché operino nello stesso mercato.
Anche il calcio e la pallavolo sono giochi praticati con una palla, ma sono sport diametralmente opposti. Partendo da questo concetto, e soprattutto dal tuo target di pubblico, devi costruire uno stile in linea con le esigenze dei tuoi clienti e che rispecchi alla perfezione i tuoi valori e la tua filosofia aziendale.
Solo così riuscirai ad importi nella mente del tuo pubblico, in modo semplice ma allo stesso tempo originale.
Perché sempre più aziende si affidano al blanding?
Pur essendo una strategia che non consente di differenziarsi sul mercato, il blanding si sta diffondendo sempre di più. Ma perché? Come siamo arrivati a questa uniformazione di massa?
Va sottolineato che il blanding è una strategia adottata soprattutto dalle giovani aziende, che magari non hanno i soldi per affidarsi ad una società di grafica e quindi si creano da sole il loro logo. Magari lo fanno anche perché non hanno una storia alle spalle e quindi non hanno avuto neanche il tempo per coltivare la loro identità.
Risulta quindi molto più semplice imitare un logo di successo, piuttosto che lavorare e impegnarsi per crearne uno proprio e nettamente differente.
C’è poi da fare un discorso prettamente pratico. Colori vivaci e briosi e il font sans-serif si adattano perfettamente ad ogni tipologia di media, da quelli online fino a quelli stampati. Risultano leggibili sia su e-commerce e siti web che su grandi cartelloni pubblicitari e giornali cartacei.
Nel fare ciò però alcuni brand storici hanno azzerato la loro storia, rinunciando a caratteristiche grafiche tipiche del loro marchio come eleganza, creatività o vivacità.
Consigli per fare branding e non blanding
Per concludere se vuoi fare branding correttamente scopri chi è il tuo pubblico, parla con i tuoi clienti e cerca di capire quali sono le loro aspettative e le loro aspirazioni.
La tua azienda ha una bella storia alle spalle? Allora raccontala e trasmetti la personalità del tuo brand tramite il marchio che deve rispecchiare i valori aziendali e anche la sua storia.
Non guardare i tuoi competitor ma cerca di differenziarti il più possibile. Non aver paura di “osare”, anzi elementi unici e stravaganti rendono il tuo brand davvero originale e immediatamente riconoscibile.
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