Generazione C: chi sono e perché la tua azienda deve interessarsi a loro

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Tempo di lettura articolo: 3 minuti

Generazione cIn un articolo di qualche tempo fa analizzammo la differenza tra Generazione Z e Millennals, rispettivamente i nati tra gli anni ’90 e 2000 e tra gli anni ’80 e ’90. Sono proprio loro i maggiori fruitori di contenuti digitali e, quindi, quelli che spendono di più in acquisti online. Tuttavia, alla luce della diffusione della tecnologia e della digitalizzazione senza freni, tali classificazioni sembrano un po’ obsolete, o quanto meno non in linea con le dinamiche del mercato moderno. Vale infatti la pena introdurre un’altra tipologia di classificazione: la Generazione C.

Chi sono? Come considerarli all’interno dell’attuale mercato online? Domande alle quali diamo risposta nei successivi paragrafi per farti comprendere quanto siano importanti e perché la tua azienda non può ignorarli.

Chi è la Generazione C?

Il concetto di Millennials o Generazione Z, che orientativamente comprende giovani con un’età compresa tra i 20 e i 40 anni, appare troppo limitante.

Sarebbe sbagliato considerare solo queste persone come potenziali clienti per il semplice fatto che sono costantemente connessi. Ormai sono sempre gli più i 50enni, i 60enni, i 70enni e perfino gli 80enni che rientrano a tutti gli effetti nella categoria di connected customer.

Per che cosa sta la C? A seconda della persona alla quale ci si rivolge la C può significare community, collaborazione, computerizzato, contenuti o connettività.

Per rientrare nella Generazione C non ci sono limiti di età, a differenza della Generazione Y, della Generazione Z o dei Millennials.

Che si abbiano 20 oppure 80 anni, si può rientrare a tutti gli effetti in questa categoria. Né tanto meno la razza, il sesso, lo stato sociale o l’area geografica sono elementi che possono limitare l’appartenenza a questa particolare generazione.

Attenzione però: far parte della Generazione C non significa solo essere connessi, ma essere attivi e coinvolti nelle community online, come ad esempio le community di Whatsapp, i commenti nei social network o le recensioni ai prodotti o ai servizi ricevuti online.

Chi appartiene a questa generazione non solo è costantemente online, ma crea e cura contenuti nuovi di cui gli altri utenti possono fruire.

Tale tendenza in realtà non è nuova, ma questi tratti distintivi venivano attribuiti solo a determinate categorie come appunto Millennials e Generazione Y o Z. La differenza sta nel fatto che questi tratti vengono adesso attribuiti a chiunque crea e condivide contenuti digitali, indipendentemente dall’età o da qualsiasi altro vincolo.

Come si approccia la Generazione C con il mondo online e digitale?

Per completare l’identikit della Generazione C bisogna capire come interagisce con il mondo online. Ogni strumento è buono per comunicare o per interagire: tv, radio, giornali online e cartacei, siti, social, marketplace, ecommerce ecc.

Anche per quanto riguarda i dispositivi queste persone non si fanno problemi a passare dallo smartphone al pc fino al tablet. La cosa da sottolineare è che, qualunque sia la modalità di fruizione dei dispositivi e dei canali, queste persone partecipano sempre attivamente e mai passivamente.

I contenuti preferiti sono comunque streaming video e i feed dei social media. Partecipare alla vita delle community con emoji, hashtag e testi è importante tanto quanto leggere o visualizzare. La cosa che più preme alla Generazione C è personalizzare i propri contenuti, dando sempre un tocco di originalità per non confondersi con la massa.

Cosa devono fare le aziende per raggiungerla?

Eccoci al succo del discorso: cosa devono fare le aziende per raggiungere queste persone? Fino a poco tempo fa le aziende e gli e-commerce, giustamente, avevano declinato le loro campagne di marketing e la loro comunicazione secondo le esigenze di Millennials e Generazione Z e Y.

Nell’epoca della digital transformation però le cose cambiano velocemente e quindi le stesse aziende devono essere dinamiche e reattive, pronte ad adeguarsi per ricevere i mutamenti in atto, come appunto questo.

Le aziende devono quindi entrare nella vita delle persone che fanno parte della Generazione C. Il marketing tradizionale fa fatica a raggiungere queste persone, quindi bisogna battere principalmente sui social che rappresentano anche una sorta di riprova sociale.

Se il tuo brand viene elogiato sui social, significa che è affidabile e il passaparola farà il resto. Altri elementi apparentemente intangibili e poco significativi, che invece possono avere un ruolo decisivo per la crescita della tua azienda, è il like di un influencer famoso o un meme che diventa virale sui social.

Il clic assume un potere determinante per la crescita di un’azienda online. I tuoi contenuti devono essere freschi, facilmente fruibili, condivisibili e con un enorme impatto visivo o emotivo.

Un tradizionale annuncio pubblicitario non avrà grande presa sul pubblico, sia perché le persone sono sempre più esigenti sia perché le fonti di informazione e di intrattenimento sono praticamente illimitate e quindi non bisogna appiattirsi con una comunicazione obsoleta e ormai superata.

Per raggiungere la Generazione C devi essere pronto a fare investimenti importanti soprattutto sui social, la loro principale rete di comunicazione, con la certezza che se opererai nel modo giusto il ritorno economico e d’immagine è garantito.

Foto: Pixabay

Francesco Ferrara
Copywriter e giornalista pubblicista, mi occupo della stesura di articoli relativi al marketing ed alla gestione dei negozi e siti online per negozianti, argomenti sui quali ho maturato una lunga esperienza sul campo con corsi, ricerche e studi specifici.

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