Forse non ce rendiamo neanche conto ma, quando facciamo acquisti, si attivano i nostri 5 sensi che influenzano il giudizio, la percezione e quindi la scelta finale.
In questa fase entra in gioco il marketing sensoriale, un’attività promozionale che va oltre gli slogan e la convenienza dei prezzi e si pone l’obiettivo di regalare al consumatore una user experience unica.
La leva emotiva riveste un ruolo fondamentale durante lo shopping. Si stima infatti che la maggior parte degli acquisti abbia una natura irrazionale, cioè spinta dall’emozione e dall’istinto piuttosto che dalla razionalità e dalle reali necessità.
Il prodotto deve essere in grado di innescare emozioni e riattivare tutti i sensi, affinché si instauri un rapporto emotivamente stretto tra consumatore e brand.
Indice
L’importanza del naming
Il brand naming è quella tecnica che ti consente di individuare il nome più adatto per la tua azienda. Il nome, ed eventualmente lo slogan, va scelto in maniera oculata in base al settore in cui operi ed al messaggio che vuoi far passare. A tal proposito ti invitiamo a leggere la nostra guida su come creare un brand.
Allo stesso modo devi scegliere con molta attenzione il nome del prodotto o del servizio che vuoi lanciare. Deve contenere le sue caratteristiche peculiari e contemporaneamente emozionare il consumatore e suscitare il suo interesse. Dai libero sfogo alla fantasia affidandoti anche al brainstorming, fino a trovare il nome più adeguato ai tuoi obiettivi.
Le differenze tra percezione e sensazione nel marketing sensoriale
Bisogna fare una distinzione tra percezione e sensazione, che presentano sottili ma sostanziali differenze.
La sensazione rappresenta uno stimolo chimico innestato dagli organi di senso e determinato dalle caratteristiche fisiche degli oggetti. La percezione invece è la comprensione dello stimolo sensoriale che può essere elaborato in modo diverso da ognuno di noi.
Mentre la sensazione è soggettiva, poiché un profumo o un rumore è uguale per tutti, la percezione è considerata oggettiva poiché ognuno di noi rielabora lo stimolo in modo personale.
Nel marketing sensoriale bisogna quindi migliorare sia le caratteristiche sensoriali che percettive di un prodotto, indirizzando la scelta del cliente in un percorso tracciato.
Se ad esempio aumentiamo il prezzo di un articolo, uguale in tutto e per tutto ad un altro, il cliente gli attribuisce un valore maggiore semplicemente perché costa di più.
Analizziamo adesso i 5 sensi umani e come influiscono le scelte di un consumatore al momento dell’acquisto.
Il tatto
Il tatto è un senso sottovalutato quando si parla di marketing, eppure è tra i più importanti poiché trasmette sensazioni inconsce e quasi dimenticate.
La morbidezza di un tessuto o la solidità di un prodotto possono incidere in maniera importante sulla scelta finale del consumatore. In un periodo in cui siamo bombardati da stimoli visivi ed acustici, privilegiare il tatto può essere la scelta vincente per differenziarsi dai competitor.
Il gusto
A meno che tu non abbia un ristorante, una pizzeria, una gelateria o qualche altra attività enogastronomica, risulta difficile coinvolgere il pubblico tramite il gusto.
Puoi però trovare strade alternative come lo storytelling, che è profondamente cambiato dopo l’avvento dei social. L’obiettivo è quello di raccontare una storia riportando alla memoria un gusto particolare, agendo proprio sulla percezione capace di ravvivare un desiderio.
La vista
La vista è forse il principale senso del marketing ma, proprio per questo motivo, i commercianti tendono ad essere ripetitivi in quanto usano tutti le stesse strategie di vendita.
In tal caso il detto “less is more”, ossia “meno è meglio”, può essere la soluzione vincente per differenziarsi dalla concorrenza. Non bisogna sovrabbondare di colori e stimoli visivi, ma talvolta è meglio puntare su una comunicazione visiva minimal e discreta che, paradossalmente, attira di più.
L’udito
Come la vista anche l’udito è uno dei sensi più importanti nel marketing sensoriale, ma c’è il rischio di farne un abuso eccessivo. In molti negozi di moda si trasmette musica che si sposa con il target di riferimento e questa è sicuramente una pratica positiva.
Al di là della musica e delle voci usate negli spot vocali, è importante concentrarsi sui dettagli sonori che fanno la differenza. Il morbido fruscio ad esempio trasmette la sensazione di delicatezza della seta, mentre il rumore dello strappo a velcro delle scarpe trasmette l’idea di compattezza e comfort.
L’olfatto
L’olfatto, come il gusto, è un senso impossibile da riprodurre tramite un sito web, un e-commerce o una radio. Anche in questo caso quindi è opportuno affidarsi allo storytelling. Molti commercianti però stanno valorizzando questo senso, diffondendo nell’ambiente determinati profumi e fragranze che rendono l’esperienza d’acquisto più piacevole ed invogliano il consumatore a restare di più.
Come trasferire il marketing sensoriale sul web?
Per i commercianti tradizionali coinvolgere i 5 sensi dei consumatori è abbastanza facile. Il discorso si complica, e di molto, quando bisogna trasferire l’esperienza sensoriale sul web.
Esistono dei limiti oggettivi ed impossibili da superare, almeno per il momento. Olfatto, gusto ed anche tatto sono sensi che non possono attecchire sul web, quindi restano solo l’udito e la vista.
Tieni presente però che la musica di sottofondo di un sito viene percepito in alcuni casi addirittura come fastidiosa, mentre non sempre è possibile ascoltare i video.
L’alleato principale resta quindi la vista, ma anche in tal caso l’effetto wow può essere stroncato da schermi piccoli ed obsoleti.
Tieni conto di tutti questi aspetti per provare a regalare un’esperienza gratificante e coinvolgente da un punto di vista sensoriale anche sul web.
Fonte: foto pixabay