I controlli fiscali sono vere e proprie indagini di polizia amministrativa finalizzate alla prevenzione, alla ricerca delle violazioni tributarie e finanziarie, alla quantificazione della capacità contributiva di un soggetto e a combattere illeciti fiscali quali evasione, economia sommersa o frode.
Secondo l’art. 12 comma 1 dello Statuto dei Contribuenti, i controlli fiscali possono essere condotti nei locali di attività commerciali, agricole, artistiche o professionali solo sulla base di esigenze effettive di indagini e controllo sul luogo.
Gli accessi devono svolgersi, salvo casi eccezionali ed urgenti, adeguatamente documentati, durante l’orario ordinario di esercizio dell’attività e con modalità tali da arrecare la minore turbativa possibile allo svolgimento del lavoro del soggetto fiscalmente investigato, nonché alle sue relazioni commerciali e professionali.
Indice
Controllo fiscale: come comportarsi
La prima cosa da fare quando si è sottoposti ad un controllo fiscale è essere tranquilli e non ostili.
La Guardia di Finanza, previa presentazione del mandato firmato dalla Procura della Repubblica, ha tutto il diritto di accedere ai locali adibiti all’esercizio di attività d’impresa; quindi, è inutile fare questioni o evitare agli agenti di entrare in negozio.
Il modo migliore per gestire tali situazioni è mostrarsi disponibili e avere chiari i propri diritti e i doveri nel rapporto con l’Amministrazione Finanziaria, nonché le norme che regolano l’operato degli accertatori.
In tal senso, è possibile farsi assistere da un professionista abilitato alla difesa dinanzi agli organi di giustizia tributaria come il proprio commercialista.
Controllo fiscale: svolgimento e durata
I controlli fiscali si svolgono in tre fasi:
- accesso ai locali; arrivo del verificatore presso la sede del contribuente e la conseguente interruzione dell’attività di lavoro. Per prima cosa, l’autorità atta a verificare deve mostrare e consegnare al contribuente sottoposto a verifica una copia dell’ordine di accesso, documento che garantisce l’accesso ai locali e ai documenti, e successivamente spiegargli i suoi diritti e i doveri. Durante l’intero controllo fiscale, il verificatore è tenuto a redigere un protocollo che prende il nome di verbale di verifica;
- ricerca; una volta espletati i doveri precedentemente elencati, gli agenti del Fisco procedono con la ricerca della documentazione rilevante. Questa azione può essere svolta anche contro la volontà del contribuente;
- ispezione dei documenti; trovati i documenti concernenti la materia fiscale, il verificatore procede all’ispezione degli stessi congiuntamente ad altre fonti documentali in suo possesso, se a disposizione. Durante questa fase viene verificato l’effettivo ottemperamento della normativa tributaria da parte del contribuente.
Per quanto riguarda la durata, non esiste una vera e propria regola.
Tuttavia, è previsto che il controllo finanza presso l’esercizio soggetto a ispezione non superi i 15 giorni per i lavoratori autonomi e le imprese in contabilità semplificata, mentre si arriva a 30 giorni per tutti gli altri.
Controllo fiscale: verbale e constatazione
Al termine dell’operazione di verifica fiscale viene redatto un verbale riepilogativo di tutti i rilievi ed entro 60 giorni dalla notifica del verbale è possibile produrre i propri scritti difensivi.
Alcuni contribuenti ritengono che non firmare il verbale possa vanificare le operazioni di controllo; questo è falso perché tale comportamento non compromette la sorte del documento medesimo, in cui viene semplicemente inserita la dicitura “la parte si rifiuta di firmare”.
L’atto conclusivo delle operazioni di verifica è costituito dalla consegna del Processo Verbale di Constatazione, con il quale si formalizzata l’esito del controllo fiscale.