Cos’è il geofencing e in cosa si distingue dal geotargeting?

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Tempo di lettura articolo: 3 minuti

Cos'è il geofencingIn un precedente articolo abbiamo analizzato cos’è il geotargeting, una particolare forma di marketing basata sulla localizzazione capace di individuare e intercettare i potenziali clienti tramite la posizione localizzata con strumenti come codici postali, indirizzi IP o coordinate GPS. In questo articolo invece ti spieghiamo cos’è il geofencing, una tecnica che pure si basa sulla localizzazione ma con un approccio diverso.

Il geofencing risulta molto utile per chi ha un negozio fisico, in quanto riesce a veicolare il traffico pedonale e influenzare le decisioni del momento. Diversi studi hanno infatti confermato che gli acquisti non sono tanto una questione di testa, ma di pancia. Di fatto l’acquisto è impulsivo, quindi i negozi devono giocarsi bene la carta del geofencing per incrementare le vendite e migliorare i tassi di conversione.

Cos’è il geotargeting?

Prima di approfondire il discorso sulle differenze tra geotargeting e geofencing, è opportuno capire come funzionano queste due strategie, basate entrambe sulla geolocalizzazione.

Il geotargeting è una tecnica di marketing basata sulla localizzazione che permette di inviare contenuti o pubblicità specifiche a utenti che si trovano in una determinata area geografica.

In pratica utilizza la posizione attuale del cliente per mostrargli contenuti o pubblicità pertinenti. Ad esempio un negozio di abbigliamento potrebbe mostrare un’offerta specifica o anche semplici prodotti ad utenti che si trovano in una città o in un quartiere preciso. Generalmente si utilizzano pubblicità localizzate, campagne di marketing su misura, offerte e promozioni basate sulla posizione attuale del consumatore.

Cos’è il geofencing?

Il geofencing rientra tra le tecniche di proximity marketing, detto anche marketing di prossimità, che prevede la possibilità di estendere l’esperienza del marketing digitale in un’area fisica ben definita.

Sostanzialmente il geofencing è una tecnica basata su perimetri virtuali tracciati attorno ad una determinata area geografica. Quando un dispositivo mobile, come uno smartphone, entra o esce da quest’area, si attiva un’azione predeterminata.

Per comprendere meglio il funzionamento, che sfrutta segnali come il GPS, il Wi-Fi, il RFID o la rete cellulare, prendiamo come esempio una persona che con un dispositivo abilitato entra o esce da un “recinto virtuale”. In quel preciso istante si attiva un avviso, un messaggio o anche un’azione specifica.

Le differenze principali

Il geotargeting ha lo scopo principale di inviare contenuti personalizzati oppure pubblicità agli utenti a seconda della loro posizione geografica attuale. Il geofencing invece viene usato per attivare azioni automatiche o inviare notifiche nel momento in cui un dispositivo entra o esce da una specifica area geografica virtuale, chiamata “recinto”.

Diversa è anche la modalità di funzionamento. Il geotargeting infatti, basandosi sulla posizione attuale dell’utente, fornisce annunci o contenuti rilevanti senza richiedere l’entrata o l’uscita da un’area specifica, mostrando ad esempio annunci a persone in una città o quartiere. Il geofencing invece funziona creando un confine virtuale attorno ad un’area geografica. Quando un dispositivo attraversa questo confine, entrando oppure uscendo, si verifica un’azione predeterminata, come l’invio di una notifica.

Cambia anche l’interazione con il cliente. L’obiettivo del geotargeting è personalizzare l’esperienza pubblicitaria, mostrandogli contenuti pertinenti secondo la sua posizione senza richiedere il suo movimento dentro o fuori una precisa area specifica. Il geofencing invece prevede un coinvolgimento più attivo, poiché l’azione è legata al suo movimento rispetto all’area virtuale.

Da un punto di vista tecnologico il geotargeting è meno complesso, in quanto richiede solo l’identificazione della posizione geografica attuale dell’utente tramite GPS, IP o Wi-Fi. Il geofencing invece crea un perimetro virtuale che può essere monitorato tramite GPS, rete cellulare, Wi-Fi o RFI per attivare un’azione quando il confine viene attraversato.

Infine il geotargeting viene usato prevalentemente per il marketing, mostrando pubblicità mirate oppure offerte localizzate a utenti in determinate aree. Il geofencing può invece essere impiegato in più settori oltre il marketing, come la logistica, la gestione delle flotte, la sicurezza e  l’automazione domestica.

I vantaggi del geofencing

Utilizzando il geofencing, il negozio può inviare offerte promozionali o sconti personalizzati agli utenti che entrano nell’area definita attorno al negozio. Ad esempio un cliente che si avvicina al negozio potrebbe ricevere una notifica con uno sconto del 20% su un prodotto specifico o sull’intero acquisto.

Il geofencing spinge le visite in negozio, inviando notifiche push a potenziali clienti che si trovano nelle vicinanze. Tale strategia è utile per attirare persone che magari non avevano in programma di fare acquisti, ma che potrebbero essere invogliate da un’offerta speciale o un evento.

Non bisogna sottovalutare i benefici in termini di fidelizzazione, che si può incentivare attivando messaggi personalizzati ogni volta che un cliente abituale si trova vicino al negozio. Ad esempio si possono offrire vantaggi esclusivi ai clienti che entrano nel geofence più volte, creando un’esperienza di acquisto su misura.

Infine il geofencing può essere integrato con funzionalità avanzate e sempre più diffuse, come il click and collect e il ritiro rapido degli acquisti online direttamente in negozio. Nel momento in cui un cliente entra nel perimetro del negozio può ricevere un avviso che il suo ordine è pronto, migliorando notevolmente anche la sua shopping experience.

Foto: Pixabay

Francesco Ferrara
Copywriter e giornalista pubblicista, mi occupo della stesura di articoli relativi al marketing ed alla gestione dei negozi e siti online per negozianti, argomenti sui quali ho maturato una lunga esperienza sul campo con corsi, ricerche e studi specifici.

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