Cos’è il permission marketing e come sfruttarlo

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Tempo di lettura articolo: 3 minuti

cos'è il permission marketingQuante volte ti è capitato che il tuo film preferito, sulla scena più bella, sia stato interrotto dalla pubblicità? O magari hai beccato per radio quella canzone che cercavi da tempo, ma che viene sfumata nel finale per fare spazio alla pubblicità? Questi due esempi sono perfetti per farti comprendere quanto sia controproducente la pubblicità fin troppo invasiva. Questo discorso ci porta al permission marketing, oggetto di discussione del nostro articolo. Cos’è il permission marketing? E perché è così utile per avviare una campagna di promozione intelligente e oculata?

In sostanza questa strategia, prima di propinare una pubblicità al cliente, gli chiede il permesso. Esempi perfetti sono le notifiche push sulle app, il Direct Email Marketing, gli sms e le newsletter. Tutti questi strumenti fanno parte del permission marketing, offrono un servizio personalizzato e migliorano i tassi di conversione.

Cos’è il permission marketing?

Cosa si intende per permission marketing? Può essere tradotto con marketing del permesso o marketing di autorizzazione e fa riferimento ad una forma di pubblicità che dà al pubblico la possibilità di scegliere se ricevere o meno determinate offerte e messaggi promozionali.

Il termine è stato reso popolare da Seth Godin che ne ha parlato nel suo libro “Permission Marketing: Turning Strangers into Friends, And Friends into Customers”. Secondo Godin la pubblicità deve essere annunciata preventivamente, autorizzata, personale e pertinente.

Il permission marketing si contrappone al marketing diretto, invasivo e poco personalizzato. Una delle forme più efficaci e famose di questa tipologia di marketing è l’email marketing, che consente di inviare messaggi personalizzati solo a clienti che sono effettivamente interessati all’offerta.

Gli obiettivi

Il permission marketing si pone l’obiettivo principale di aumentare il tasso di conversione tramite la trasparenza e la personalizzazione.

Si parla di trasparenza proprio perché, per poter inviare un messaggio pubblicitario ad un utente, è necessario avere prima il suo consenso. E poi si parla di personalizzazione poiché puoi inviare messaggi personalizzati e plasmati sulle esigenze e sulle preferenze dei clienti opportunamente profilati.

Il lead quindi non solo aprirà e leggerà con interesse il messaggio che gli hai inviato, ma anzi lo attenderà. Inoltre, proprio perché il messaggio è stato tarato sulle sue necessità, diventa più facile convertire il lead in cliente.

I vantaggi

Il marketing diretto non solo è dispersivo e non consente di adottare una comunicazione personale, ma è anche più dispendioso. Basti pensare a quanto costa un messaggio inviato per radio oppure in tv.

Al contrario il permission marketing abbassa di molto i costi e consente di instaurare un rapporto stretto, quasi intimo con il potenziale cliente.

Gli utenti che si dichiarano interessati ai tuoi prodotti e che si iscrivono per ricevere messaggi promozionali sono sicuramente lead di qualità.

Dal momento che è lui a dare l’ok a ricevere comunicazioni e messaggi dalla tua azienda, con ogni probabilità aprirà il messaggio che gli hai inviato e procederà all’acquisto.

Tra l’altro ottenere il consenso dei lead non è solo vantaggioso in termini di marketing, ma è obbligatorio anche per legge almeno per quanto riguarda l’email marketing. Prima di inviare messaggi promozionali, come impone la normativa GDPR in tutta la UE, è necessario ottenere il consenso esplicito da parte degli utenti.

In ogni caso è una questione di opportunità: un utente che riceve un messaggio non richiesto, di un’azienda che non conosce e di un prodotto di cui non ha bisogno, con ogni probabilità lo cestinerà senza neanche guardarlo o lo spedirà dritto dritto nello spam.

Come mettere in atto una strategia di permission marketing

Nell’ambito di una strategia di digital marketing il permission marketing può portare notevoli benefici e consentire di raggiungere grandi obiettivi, a patto però di seguire un percorso fluido che prevede i seguenti step:

  • offri un valore concreto ai tuoi clienti. Perché gli utenti dovrebbero rilasciare i loro dati e permetterti di inviare loro messaggi promozionali? Rispondi a questa domanda e individua il valore aggiuntivo che consentirebbe davvero di conquistare la fiducia dei clienti. Non si tratta di semplici coupon sconto, ma di qualcosa di unico, speciale e personalizzato;
  • costruisci e amplia la tua lista di contatti tramite form di iscrizione e moduli di contatto online tramite i social;
  • crea un percorso di “nurturing” che nutra poco alla volta i clienti, stimolando la loro curiosità e accompagnandoli per mano alla scoperta dei contenuti tramite comunicazioni speciali e mirate;
  • coinvolgi i clienti. Tenere alto il livello di engagement è importante e per questo motivo devi costruire una relazione con i clienti coinvolgendoli attivamente con sondaggi interattivi sui servizi ricevuti e sui prodotti acquistati. I messaggi non devono essere solo autocelebrativi, ma bilaterali per instaurare una relazione autentica e sincera;
  • bilancia la frequenza delle comunicazioni. Il fatto che i lead abbiano dato il permesso a ricevere comunicazioni promozionali non significa che tu possa bombardarli di email pubblicitarie. Anzi, crea quel pizzico di attesa che aumenta la curiosità e l’interesse dei lead;
  • crea una storytelling one-to-one. Sarebbe carino ricordare al cliente la data della sua iscrizione o del suo compleanno, un evento da festeggiare con un piccolo regalo come uno sconto o un coupon.

Foto: Pixabay

Francesco Ferrara
Copywriter e giornalista pubblicista, mi occupo della stesura di articoli relativi al marketing ed alla gestione dei negozi e siti online per negozianti, argomenti sui quali ho maturato una lunga esperienza sul campo con corsi, ricerche e studi specifici.

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