Vendere beni di lusso dei principali brand del mercato a prezzi decisamente ridotti: è questa la politica di Italic (https://italic.com/), la nuova start-up statunitense nata nel mese di novembre 2018.
Per essere più precisi l’azienda non vende i principali prodotti dei granchi marchi, ma altri nuovi e diversi creati appositamente e senza logo dagli stessi produttori.
In pratica viene garantita la qualità di un brand, senza però il logo ufficiale. Italic punta a conquistare quella fetta di mercato che non riserva particolare interesse al valore simbolico di un articolo, quanto piuttosto alla sua effettiva qualità.
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La storia di Italic
Il fondatore di Italic è Jeremy Cai che ha una grande conoscenza delle start-up tecnologiche. Quattro anni fa Cai fondò Fountain, un’azienda di software per la gestione delle risorse umane tramite la quale entrò in contatto con importanti aziende. L’imprenditore ebbe l’idea di creare una figura che facesse da intermediario tra i principali consumatori di beni di lusso e le stesse aziende produttrici.
Da quest’idea è nata Italic, su cui Cai ha iniziato a lavorare da circa un anno assumendo persone con una grande esperienza nel mondo della moda e della tecnologia. Le 15 persone assunte per il progetto iniziale avevano precedentemente lavorato per Snapchat, Shopify, Patagonia, Armani e Kalvin Clein.
Cai è riuscito a raccogliere finanziamenti per 13 milioni di dollari da diversi investitori come Comcast Ventures, Global Founders Capital, Kindred Ventures, Ludlow Ventures e tanti altri ancora. Sono già state aperte due sedi, una a Shenzen in Cina ed un’altra a West Hollywood in California, ed è in progetto l’apertura di un nuovo punto vendita a Milano in Italia.
Come funziona Italic
Il modello proposto da Italic propone dei vantaggi sia per i consumatori che per i produttori. I consumatori di fatto possono acquistare beni di lusso direttamente dalle migliori aziende al costo di fabbrica.
Per fare alcuni esempi su Italic è possibile acquistare dai fornitori di Rayban occhiali a 60 euro che in un negozio costerebbero 150 euro. Una giacca di pelle fornita dal produttore di J Brand, che costa generalmente 765 euro, può essere acquistata al prezzo di 370 euro.
Le aziende possono invece decidere il costo dei loro prodotti da cui ricavano la percentuale. Inoltre possono tagliare diverse spese poiché non devono sostenere i costi relativi alle infrastrutture per vendere, al marketing, al design ed all’immagazzinamento.
Le imprese possono quindi avere profitti più alti ma, guardando l’altra faccia della medaglia, anche rischi maggiori. In questo caso infatti le entrate dipendono esclusivamente dalle vendite e non dalla soddisfazione degli ordini fatti dai grandi marchi. I prossimi mesi ci diranno se l’idea di Cai è stata vincente o meno.
Fonte foto: pixabay