Rischia di saltare clamorosamente una delle più importanti operazioni nel mondo del lusso degli ultimi anni: LVMH ha comunicato che al momento non ci sono le condizioni per completare l’acquisto di Tiffany, inizialmente previsto per il 24 novembre 2020, ad un anno esatto dall’annuncio.
Ballava una cifra “monstre” pari a 16,2 dollari, equivalente a circa 14,7 miliardi di euro. Già da tempo circolavano voci di corridoio secondo le quali l’affare poteva saltare, soprattutto a causa del Coronavirus che ha sparigliato un po’ le carte e fatto saltare molti progetti. Il gruppo francese aveva sempre smentito, fino al clamoroso comunicato che ha colpo di sorpresa anche Tiffany.
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L’annuncio di LVMH
Il 9 settembre LVMH ha diffuso un comunicato annunciando che, allo stato attuale delle cose, non ci sono le condizioni per portare a termine l’acquisizione. La società francese ha reso noto di aver ricevuto una lettera da parte del ministro degli Esteri francese, che chiedeva di rimandare l’acquisizione di Tiffany a dopo il 6 gennaio 2021, alla luce della minaccia di tasse sui prodotti francesi annunciata dagli Stati Uniti.
LVMH ha inoltre dichiarato di aver ricevuto da parte di Tiffany la richiesta di prorogare il termine per completare l’accordo dal 24 novembre 2020 (già rinviato rispetto alla data iniziale del 24 agosto) al 31 dicembre 2020. Queste due condizioni, unite alla pandemia da Covid-19, hanno frenato la società francese che evidentemente ha voluto prendersi un momento di riflessione.
La risposta di Tiffany
Non si è fatta certo attendere la replica di Tiffany, che ha citato LVMH dinanzi al tribunale del Delaware affinché rispetti gli impegni contrattuali presi precedentemente. L’azienda americana sostiene che la richiesta del governo francese non ha alcun fondamento e che il gruppo francese ha violato gli obblighi relativi all’ottenimento al via libera dell’Antitrust. Proprio la mancanza di queste autorizzazioni ha spinto Tiffany a chiedere il posticipo dell’accordo dal 24 novembre al 31 dicembre.
Sul sito di Tiffany si legge quanto segue: “LVMH è tenuta a fare tutto il necessario per garantire le autorizzazioni normative richieste il più rapidamente possibile. Nonostante la proroga LVMH non ha ancora presentato richieste formali di approvazione antitrust nell’Unione europea o a Taiwan, mentre le domande sono in sospeso in Giappone e Messico”.
Roger N. Farah, presidente del colosso statunitense, ha dichiarato di aver dovuto prendere a malincuore la decisione di adire a vie legali per tutelare la sua azienda ed i suoi azionisti. Il presidente conclude che Tiffany ha rispettato i suoi obblighi contrattuali ai fini della fusione e si aspetta che l’azienda francese faccia lo stesso.
Il dietrofront di LVMH nasconde altre strategie societarie?
Che ne sarà quindi dell’accordo tra LVMH e Tiffany? Salterà definitivamente o saranno ridiscussi i termini iniziali? Al momento non è possibile dare una risposta, ma sicuramente Tiffany non ha subito particolari scossoni da questo piccolo “terremoto”. Il brand americano, grazie soprattutto alla forte presenza in Cina che rappresenta il principale consumatore mondiale di lusso, continua ad avere conti solidi come dimostrano i report diffusi qualche giorno fa.
In effetti proprio la presenza in Cina era stata uno dei principali motivi che aveva spinto LVMH a rivolgere lo sguardo a Tiffany, fino a prendere seriamente in considerazione l’idea di acquisirla. Gli analisti avevano dato il loro parere positivo all’acquisizione di Tiffany, poiché avrebbe ulteriormente rafforzato la società francese in un settore, come la gioielleria, ad alto tasso di crescita. Nonostante la presenza di un marchio importante come Bulgari, LVMH è ancora poco presente nel mercato della gioielleria e l’acquisizione di Tiffany avrebbe dato ulteriore linfa.
A tal proposito c’è chi sostiene che il colosso parigino abbia deciso di tirarsi indietro dall’accordo con la società americana proprio per realizzare un progetto in proprio, dedicato alla gioielleria, in un futuro neanche troppo lontano.
Fonte foto: sito ufficiale LVMH