Nasce la nuova linea di Oso abbigliamento, realizzata in Italia ed interamente dedicata alla produzione “green” ed ecosostenibile.
Altra particolarità del progetto è la collaborazione di diverse sartorie sociali presenti su tutto il territorio nazionale. Un’iniziativa ad ampio respiro che abbraccia temi come l’ecosostenibilità, la biodiversità, il rispetto per l’ambiente ed il sostegno delle persone più fragili.
Argomenti caldissimi e attuali dai quali bisogna partire per aprire un franchising low cost in grado di intercettare i desideri delle persone ed empatizzare con i clienti. La linea di abbigliamento è stata realizzata dal Laboratorio 2050 con materiali certificati GOTS (Global Organic Textile Standard) e confezionata da una rete di sartorie sociali per dare sostegno a tutte le persone in difficoltà.
Indice
La “mission” di Oso abbigliamento
Il progetto, chiamato Naturabile, è stato fortemente sostenuto da NaturaSì a favore di temi come inclusività, rispetto per l’ambiente e supporto alle persone fragili. Lo slogan del brand è “OSO vestire etico e inclusivo”, proprio perché c’è bisogno di coraggio per effettuare dei cambiamenti necessari per salvaguardare il nostro malconcio pianeta.
L’eredità da lasciare alle future generazioni non è però solo una terra in salute, ma anche un approccio più umano e tollerante verso il prossimo. In tale ottica si inserisce la partecipazione di sartorie sociali, realtà che operano su tutto il territorio per dare una seconda opportunità a chi è stato sempre maltratto e bistrattato dalla vita.
I laboratori coinvolti sono Fondazione Corte delle Madri di Bereguardo insieme all’impresa sociale Quid, Made in Goel e Fatto in Scampia ai quali abbiamo dedicato specifici paragrafi successivamente. Tantissimi giovani con un passato difficile alle spalle, o che semplicemente hanno voglia di sentirsi parte integrante di un progetto, hanno realizzato capi d’abbigliamento green e rigorosamente “made in Italy”.
I giovani, come spiega la stessa azienda NaturaSì, rappresentano una ricchissima fonte dalla quale attingere. Bisogna però ascoltarli, coinvolgerli e lasciarli liberi. Con questi presupposti è nata la linea Oso abbigliamento che si preannuncia davvero rivoluzionaria.
I materiali ed i capi d’abbigliamento usati per la collezione
I capi di Oso abbigliamento sono innanzitutto GOTS, una norma internazionale per la certificazione delle fibre naturali in chiave biologica ed ecosostenibile. Altri materiali utilizzati sono le fibre di bambù, il cotone biologico e l’alga bruna, dalla cui lavorazione si ottiene il cosiddetto SeaCell.
L’obiettivo è creare una produzione “eco” a 360°, capace di ridurre al minimo indispensabile le materie utilizzate e limitare il dispendio energetico ed economico.
In questo modo si lancia un messaggio, suggerendo un modello di vita che risulti quanto meno inquinante e dannoso possibile per l’ambiente, ma anche per la salute personale.
La collezione Oso comprende 5 capi d’abbigliamento: 3 unisex e 2 da donna. Anche questa scelta non è casuale e va verso l’inclusività ed il rispetto della donna, sempre più oggetto di violenza fisica e psicologica. Nello specifico gli articoli sono: un kimono, una felpa, una t-shirt, una blusa a mezze maniche ed una felpa smanicata.
Sono capi pensati per essere indossati tutti l’anno e rinnovati ogni stagione, con altri accessori che saranno poi presentati nella collezione autunnale. Oltre che ecosostenibile la collezione Oso è anche versatile da un punto di vista estetico, adattandosi e modificandosi in base alle stagioni.
La Corte delle Madri con l’Impresa Sociale Quid
Tra le sartorie sociali c’è quella della Fondazione Corte delle Madri di Padova che, insieme all’Impresa Sociale Quid di Verona si occupa delle donne con un passato difficile alle spalle e spesso violento.
La sartoria di queste due associazioni riceve da famosi brand del tessile tessuti di fine serie o stock invenduti per rielaborarli e creare magnifici capi d’abbigliamento dal design originale e raffinato.
Le donne coinvolte nel progetto trovano piena soddisfazione nel loro lavoro e sviluppano competenze ed abilità che torneranno sicuramente utili in futuro.
Made in Goel
Tra le sartorie sociali c’è Made in Goel, un gruppo che si muove in territori molto difficili come la Calabria e la Sicilia. L’obiettivo è togliere i ragazzi dalla strada e soprattutto sottrarli ai tentacoli lunghi delle associazioni mafiose.
La parola d’ordine è cambiare e partendo da questo concetto i capi d’abbigliamento vengono realizzati in chiave artigianale. I ricami a mano ed i tessuti al telaio sono realizzati rigorosamente secondo le antiche tradizioni calabresi.
Ricerca ed innovazione si uniscono in un armonico abbraccio per dare vita a capi certificati e rispettosi dell’ambiente, in grado di conferire valore e prestigio al proprio territorio.
Fatto a Scampia
Scampia è un quartiere di Napoli conosciuto soprattutto per fatti legati alla criminalità organizzata. La Cooperativa Sociale La Roccia produce i suoi capi col marchio fatto@scampia, per rilanciare in chiave positiva il nome del quartiere.
Nel progetto sono coinvolte persone svantaggiate, soprattutto giovani che faticano a trovare un lavoro. La cooperativa è dotata anche di due laboratori, uno di sartoria ed uno di legatoria cartotecnica.
Tra gli ospiti della sartoria ci sono donne e giovanissimi impegnati nel percorso di alternanza scuola-lavoro per ridurre la dispersione scolastica e dare un nuovo futuro alle persone del territorio.
Fonte foto: naturasì.it