Aprire un franchising Firenze è una scelta imprenditoriale molto intelligente poiché il capoluogo toscano, oltre ad essere un’apprezzata città d’arte che richiama molti turisti e quindi potenziali clienti, è il fulcro dell’economia regionale.
Il commercio ed il settore terziario per la Toscana rappresentano una delle principali fonti dell’economia, basati sulle fiere e sui mercati locali. In questo contesto si innesta perfettamente il franchising, una realtà che si sta consolidando sempre di più a Firenze e rappresenta una delle fonti di guadagno più sicure su tutto il territorio. Prima di cominciare bisogna scegliere l’ubicazione migliore per il proprio franchising Firenze, poi individuare il settore più indicato e quindi il marchio a cui affiliarsi.
Aprire un franchising Firenze: i vantaggi
Il franchising è un accordo tra il produttore, che concede la commercializzazione dei propri prodotti a terzi e l’utilizzo del brand, ed il rivenditore. Il produttore, cioè il franchisor, fornisce i prodotti secondo la quantità richiesta; il rivenditore, cioè il franchisee, si occupa della vendita dei prodotti nella zona assegnata, presta assistenza ai clienti e deve attenersi alle regole del marchio a cui è affiliato.
Il contratto di franchising prevede vantaggi evidenti per entrambi gli attori. Il produttore può programmare la quantità dei beni da produrre, elaborare il piano di mercato dei propri prodotti e sviluppare una rete di distribuzione ben strutturata. Il rivenditore invece può lanciare il suo punto vendita sfruttando un marchio già noto ed il know-how del produttore.
Costi e contratti di franchising
Prima di avviare un franchising bisogna considerare il budget a disposizione poiché ci sono costi fissi da tenere a mente. Innanzitutto bisogna valutare il costo per l’affitto di un locale, da posizionare in centro città o in luoghi ad alta frequentazione come aeroporti, stazioni o centri commerciali.
A questi costi vanno aggiunte le spese per le attrezzature IT (dotazione informatica e software), per la gestione commerciale e per il personale. Ci sono poi i costi fissi da riconoscere al franchisor come il diritto d’ingresso e fee periodici, cioè cifre fisse che l’affiliato deve versare al momento della stipula del contratto.
Alcuni brand richiedono anche le royalty, cioè una percentuale che l’affiliato deve riconoscere al franchisor in quota fissa o in base al giro d’affari generato. L’accordo tra franchisee e franchisor deve essere regolamentato da un contratto scritto che deve indicare l’ammontare degli investimenti e dei diritti di ingresso, l’eventuale esclusiva territoriale e le modalità di calcolo delle royalty.
Il contratto deve indicare le condizioni di rinnovo, risoluzione o cessazione dell’accordo.
Fonte foto: pixabay