Moda e ambiente rappresentano oggi un binomio quasi indissolubile, anche se non sempre sono andati d’accordo negli ultimi anni.
Seguire una produzione ecologica è una scelta non solo di natura etica, ma anche di marketing.
Questo discorso vale sia per i negozi, che devono rifornirsi presso le aziende produttrici, sia per i brand che devono ridurre i costi.
I piccoli negozi sono quelli maggiormente colpiti dalla pandemia da Covid-19, e devono quindi adottare soluzioni pertinenti ed efficaci per superare la crisi. Una pratica molto diffusa è la digitalizzazione dei negozi di prossimità che, unitamente ad una produzione “green” ed ecosostenibile, contribuisce ad affrontare la nuova normalità.
Indice
Moda e ambiente: come creare un marketing sostenibile?
Il marketing sostenibile fa riferimento ad una produzione a basso impatto ambientale, che deve essere in linea con le richieste dei consumatori di massa e caratterizzata da prezzi competitivi.
Come già anticipato precedentemente seguire una produzione “green” è una scelta di marketing, forse ancora prima che etica.
La questione ambientale oggi è sempre più diffusa tra i consumatori, maggiormente attenti e consapevoli dei prodotti che acquistano.
Un’azienda che segue una produzione “eco-friendly” sicuramente acquisirà punti agli occhi dei clienti, soprattutto quelli attenti e sensibili alle questioni ambientali ed ecologiche.
Ascoltare il pubblico e fornirgli i prodotti che desiderano, nel rispetto dell’ambiente circostante, è quindi il primo passo per assicurarsi il successo.
Come è cambiato il rapporto tra moda e ambiente
La diversificazione della produzione nel campo della moda è diventata quasi obbligatoria, per ridurre l’inquinamento ed anche i costi.
La moda si rinnova profondamente ogni anno, dando vita ad una produzione sempre più massiccia. Non è un caso che l’abbigliamento è la seconda industria più inquinante al mondo.
Si stima che ogni anno vengono prodotti circa 80 miliardi di capi d’abbigliamento, una cifra “monstre” che determina un notevole consumo di petrolio e rappresenta il 20% dell’acqua sprecata nel mondo.
Molte delle microfibre a base di plastica scartate finiscono poi negli oceani, poiché non smaltite correttamente, causando un gravissimo inquinamento ambientale. Queste fibre impiegano oltre 400 anni per degradarsi completamente.
La produzione massiccia di capi è causata anche dal fast fashion, in seguito al quale il consumatore acquista di più per la grande quantità di prodotti offerti sul mercato. Molto spesso acquistiamo per il solo gusto di farlo, pur senza averne una reale necessità.
Questa corsa sfrenata all’acquisto ha però un impatto negativo sull’ambiente. Per questo motivo bisogna riporre maggiore attenzione nell’intera filiera produttiva, che deve seguire pratiche più virtuose ed ecologiche.
Come approcciarsi alla clientela?
La moda ha sempre avuto una grande influenza sul pubblico, poiché sinonimo di rivoluzione e di cambiamento. E se fosse proprio la moda sostenibile il nuovo trend?
Molti negozi si stanno già adeguando, lanciando sul mercato le shopper per negozi, accessori realizzati in materiali ecosostenibili che riducono i costi e gli sprechi di produzione, e si trasformano anche in veicoli di marketing.
Questo è un ottimo esempio di approccio ecosostenibile verso i clienti, che rappresentano il fulcro di questo cambiamento. I clienti oggi vogliono conoscere tutto dei prodotti che acquistano, dai centri di produzione ai materiali utilizzati.
Alcune influencer di moda hanno addirittura deciso di tagliare i ponti con quelle aziende che non si sono adeguate ad una produzione più “eco-friendly”. Viceversa hanno sponsorizzato brand e negozi che effettivamente hanno seguito una filiera produttiva più attenta all’ambiente circostante.
Le aziende non possono ignorare questa tendenza “green”, ma devono anche essere consapevoli che i risultati non sono immediati. Bisogna quindi adottare subito strategie sostenibili, per poi raccogliere i frutti sul medio e lungo periodo sia in termini di fidelizzazione dei clienti, sia in termini di riduzione dei costi produttivi.
Massima trasparenza verso i clienti
Brand e negozi devono realmente impegnarsi a seguire una produzione ecosostenibile, non solo a parole. Uno dei fenomeni più diffusi del momento, sulla spinta emotiva di una visione sempre più ambientalista, è il green washing.
Possiamo definirlo come un finto ecologismo, in cui le aziende annunciano cambiamenti in chiave ecologica, senza però dare seguito alle loro promesse.
Si tratta però di un boomerang poiché i clienti, come già evidenziato, sono sempre più informati e vogliono conoscere tutto del prodotto che acquistano.
Nel momento in cui capiscono di essere stati presi in giro, abbandonano definitivamente quel brand, con una serie di ripercussioni negative sia da un punto di vista economico che d’immagine.
In questi casi è meglio raccontare sempre la verità. Il tuo negozio non vende prodotti “eco-friendly”? Allora non dire il contrario. Spiega piuttosto che stai lavorando per adeguare la tua produzione secondo un’ottica più ecologica, dando poi seguito alla tua promessa.
Tieni presente che la percentuale più alta di clienti è rappresentata da Millennials e Generazione Z, più attenti ai valori di un marchio. Trasparenza e chiarezza sono qualità che loro apprezzano e grazie alle quali puoi aumentare la tua clientela e fidelizzarla nel corso del tempo.
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